Nome vero Alessandro Bernini, inizia fin dall'adolescenza a scrivere poesie e canzoni che suona per se con la chitarra che strimpella a malapena.
Col passare degli anni la passione per la musica e i cantautori si fonde con la passione per il rock iniziando a suonare in cover band sullo stile anni settanta.
Ma le cover per quanto divertenti non erano la massima aspirazione di Alessandro che aveva già nel cassetto diversi testi che aspettavano di essere musicati.
Il primo progetto musicale autografo risale al 2001, si tratta del trio acustico Salambò formato dal polistrumentista Marco Ferrari (attuale fisarmonica dei Sine Frontera) e la flautista Valeria Piva e naturalmente Ale nel ruolo del cantautore.
Il trio sforna nel 2003 il primo CD autoprodotto dal titolo “Quello che c'è”.
Con questa formazione arriva un riconoscimento importante: il Premio Rino Gaetano 2003 col brano “L'uomo di carta”.
Il progetto caratterizzato da un cantautorato di matrice italiana classica va avanti con una corposa attività live acustico fino al 2005, anno dello scioglimento del gruppo.
Nel 2006 Ale forma un'altro gruppo, gli Arycara, sempre con al suo fianco la flautista Valeria Piva, stavolta il progetto è più elettrico ma mantiene sempre la caratteristica cantautorale che si mescola col rock, blues, la musica etnica e in qualche caso il jazz, per questo Ale si avvale della collaborazione di Alessandro Orlandi al basso e Luca Bianchi alla batteria.
Nel 2009 esce il CD “I terzi incomodi” otto canzoni dai testi intensi e impegnati e dalle atmosfere suggiestive.
E' di questo periodo la partecipazione alle selezioni per Arezzo Wave e Pistoia Blues arrivando fino alle semifinali e dopo un'intensa attività live il gruppo si scioglie nel 2010.
Ma la vena creativa di Ale non si ferma e continua a produrre canzoni che rimangono nel cassetto fino all'incontro col vecchio amico Paolo Varoli (chitarrista di Paolo Belli) che produce artisticamente i brani di Alessandro dandogli una vena più Pop e orecchiabile, nasce così il CD “Buongiorno” disco che mescola i brani più recenti con alcuni delle vecchie esperienze riarrangiati in chiave più attuale.
Ne viene fuori un percorso nel quale l'autore ricorda della sua vita e di quella altrui, racconta vite di personaggi più o meno immaginari e spera in un Buongiorno che non si sa se lo sarà o meno, sta a noi far si che lo sia.
Alessandro divenuto ormai Ale Mask crede che il cantautore non sia altro che un uomo che indossa le maschere che crea lui stesso, le sue canzoni, come un attore che assumendo l'identità dei personaggi che interpreta, in realtà mette in scena se stesso, visto che nella vita siamo costretti continuamente ad indossare maschere in funzione delle situazioni in cui ci troviamo.
Fonte: Pagina Facebook