Un giorno parrucca afro, un altro capelli tinti di blu. Lous è un camaleonte. Ma basta un incontro per non dimenticarla più, per catturare l'intensità della sua personalità e della sua giovane vita. Lous lascia il segno. Con il suo tono di voce, il suo sguardo profondo e un'energia luminosa. Ha 23 anni, canta una musica disinibita. Sfumata. Turbata. E spera di realizzare il suo sogno: diventare una leggenda.
Per capire Lous, bisogna approfondire la sua storia. Nasce in Congo nel 1996 da genitori medici coinvolti nello sviluppo del loro Paese. Marie-Pierra, aka Lous, è la terza di quattro figli. All'età di cinque anni, si ricongiunge con sua madre in esilio politico e con la sorellina minore in Belgio, dove rimane fino ai nove anni. Nel 2005 i suoi genitori scelgono di stabilirsi insieme in Ruanda. Per Marie-Pierra è un duro colpo: scoprire l'Africa e la sua povertà, ascoltare la storia del genocidio. Si rifugia nella scuola, che l’appassiona. Nella musica e le sue arie d'opera. E nella scrittura. A 15 anni implora i suoi genitori di tornare in Europa. Questi finiscono per cedere. Si trasferisce a Namur con la sua sorellina. Con il diploma di maturità in tasca, Marie-Pierra si iscrive alla facoltà di filosofia. Ama studiare, ma il suo desiderio più forte è fare carriera nella musica, ma i suoi genitori non la supportano. Deve fare la sua scelta.
Marie-Pierra è tenace. Ha un forte senso del lavoro. Impara il solfeggio, la scrittura dei testi e continua a incidere pezzi. Continua a migliorare studiando per ore. A poco a poco, diventa Lous e lascia Namur, poi Louvain-la-Neuve per Bruxelles. Ha 19 anni. Inizia un periodo buio per lei. Aggredita, buttata fuori da casa sua, Lous si ritrova per strada per mesi senza chiedere aiuto alla sua famiglia o ai suoi amici più cari. Scopre la grande generosità della strada, che le rimarrà nel cuore. Alcuni veri amici l’aiutano a uscire da questa brutta situazione. La vita riprende un corso più sereno.
Lous continua a rincorrere il suo sogno nonostante il destino che si accanisce contro di lei: una nuova aggressione, ancora una volta senza tetto e una malattia che la divora. Dorme nello studio musicale dove registra le sue canzoni. Entra ed esce dall’ospedale. La sua vita è una lotta. Il suo corpo lotta. Ma la sua mente non si indebolisce. Louis si esibisce. Incide tutto ciò che esce dalla sua bocca e dal suo cuore. In tre anni realizza 7 EP, 52 pezzi e canta su centinaia di palchi in Belgio.
Lei non lascia andare nulla. E fa bene: un giorno, Miguell Fernandez, il suo editore, la scopre sul web. Ha 22 anni. E firma un contratto che realizza il sogno della sua vita: cantare.
Lous è nera, si descrive così, senza complessi: un colore che rappresenta un fardello ma anche una benedizione, bello della sua storia. Adesso Lous ha 23 anni. Il suo album “Gore”, di prossima uscita, rispecchia la sua vita: triste con l'imperativo di sorridere al presente. Anni di duro lavoro convertiti in un disco. Grazie alla sua energia interiore e alla sua dolce follia, Lous canta la vita. Musica dell’anima. Nella sua voce si percepiscono le ferite del suo cuore. E l’amore. Le piacciono le persone. Profondamente. Nessuna mezza misura: il troppo amore non esiste. Ogni giorno disegna sul suo viso la promessa di fare del suo meglio, per se stessa e per gli altri. Lous avanza verso la luce e niente la ferma.
Lous ama il folklore, la danza, il linguaggio del corpo. Il singolo con cui debutta in Italia, “Dilemme” racconta la vita e le sue sfumature, l'amore così vicino all'odio, la gioia che si trasforma velocemente in sofferenza.
Il suo stile musicale è unico: elegante e influenzato dalla strada, ovviamente. Tra aggressività e dolcezza, violenza e pace, Lous si svela a cuore aperto e canta la delicatezza dei sentimenti.