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MIKE DEFUNTO

Sono Michele Poli, in arte Mike Defunto, e tutto ciò che so fare (e che faccio) è scrivere e produrre canzoni. Sono nato nel '96 e ho vissuto per i primi 10 anni della mia vita nella periferia di Firenze, per poi traslocare a Borgo San Lorenzo. 
La storia della mia vita, più che in capitoli, è quasi sempre stata divisa in band: ne ho avute molte e da ciascuna di esse ho imparato qualcosa che mi ha portato ad essere il musicista che sono adesso, oltre che a condividere qualcosa con altre persone. Il mio stesso nome d'arte deriva da quello dell'ultima (e più importante) band di cui ho fatto parte "Los Defuntos". 
Durante la mia adolescenza ero uno di quei ragazzini talmente insicuri da mostrare a tutti una sicurezza eccessiva, davvero poco credibile se ci ripenso ad oggi.
Non ero molto bravo a stare con gli altri e questo mi ha portato a passare la maggior parte del mio tempo da solo. 
Da qui, l'esigenza di mettermi in gioco si faceva impossibile da trascurare, e l'unico modo che conoscevo per farlo era tramite delle canzoni e quindi con la musica, l'unica cosa nella quale mi sentivo bravo davvero nonostante la mia allora scarsa autostima.
Ho sempre avuto un rapporto morboso con la musica, quasi di dipendenza ossessiva, in quanto è sempre stata un elemento bilanciante per me. Ho iniziato a suonare a 6 anni, la tromba. Ho suonato molti strumenti fino all'età di 18 anni, fino a giungere alla conclusione che il più adatto a me era quello che li poteva includere tutti, ovvero il computer. E da lì in poi la scelta di iniziare a produrre musica è stata naturale, ma anche quasi necessaria. 
Ho sempre scritto canzoni dall'età di 11 anni, più per sfogo che per pubblicarle. Ricordo che le scrivevo e pochi giorni dopo buttavo pagine e pagine nel cestino. Avrei scoperto solo anni dopo che mia madre raccoglieva ogni volta quei testi dalla spazzatura e li teneva nascosti tutti insieme, sapendo che se li avessi trovati li avrei buttati nuovamente via. 
In un momento difficile della mia vita, verso la fine del 2017, ho conosciuto Pio Stefanini: sono andato fino al suo studio e gli ho chiesto di insegnarmi a fare il produttore. Mi ha ospitato ogni giorno nello studio, dandomi la possibilità di imparare da lui e di mettermi alla prova in un un contesto diverso dalla sala prove a cui ero abituato: un ambiente professionale insomma. 
Ma questa esperienza mi ha dato anche la possibilità di conoscere Lorenzo (Zic) e di coltivare un bellissimo rapporto, umano e professionale, con queste due persone, che tutt'oggi continua più vivo che mai. Rapporto che alla fine, grazie anche all'arrivo di Leti nella nostra squadra, si è concretizzato con la nascita dei Bonshakara, una tribù che dà un'identità a tutti noi permettendoci comunque di essere noi stessi e valorizzando le personalità dei singoli.