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LUCA SBARBARO

Se Luca Sbarbaro fosse nato cento anni fa sarebbe stato un poeta decadentista, un esteta divertito a stupire il pubblico con ragionamenti trasgressivi, un avventuriero pronto a prendere l’ultimo treno in corsa, pur di non rinunciare alla sua adorata libertà. Luca Sbarbaroinvece è natoa Milano nel 1994ed è quindi un millennial, immerso nel mondo degli smartphone, dei social e della musica che racconta il disagio. Proprio con la musica Luca decide fin da giovanissimo di descrivere il suo mondo interiore. È quindi un cantautore della generazione Y con ormai oltre 150 canzoni nel cassetto(tutte scritte con l’amico e manager Roberto Scarpetta) in uno stile alternative pop dai motivi orecchiabili e tuttavia mai scontati. Nei suoi testi si sente la voglia di farcela, la solitudine felice e ragionata, la protesta, la trasgressione e tutto l’estro della sua personalità egocentrica, caotica e talvolta spigolosa. Luca non ha mezze misure e nemmeno mezze parole ed è questo che colpisce il suo produttore Max Titi che nel 2018 decide di dargli l’opportunità di iniziare a farsi conoscere sul mercato discografico. Esce così il primo singolo per l’etichetta Maxy Sound dal titolo “Non lo voglio sapere”,con cui Luca si conquista la stima, l’apprezzamento e la simpatia di molti fan, raggiungendo ben presto più di diecimila follower sul suo profilo Instagram, sempre attivo e movimentato.

Il brano “A modo mio” del febbraio 2019è una delle tante canzoni di protesta che Luca utilizza per comunicare a qualcuno un incomunicabile “vaffa”, mentre a maggio dello stesso anno esce il brano “Eccezionale”.Quest’ultima è una traccia scanzonata con l’apparente “semplicità” della hit estiva, ma con un testo ironico e pungente, di quelli che non capisci dove vanno a parare. “Eccezionale” è anche un videoclip girato dal fratello di Luca, il giovane regista Andrea Sbarbaro, con la tecnica del piano sequenza. Il mondo di Luca Sbarbaro è ricco di simboli ed elementi grafici che esprimono ragionamenti mai scontati, come il simbolo del cavallo che lui utilizza perché si muove ad L, oppure l’onnipresente numero 62. Luca dice di sé: “In questo periodo della mia vita sento tutta la responsabilità dell’inchiostro che mi scorre nelle dita. Scrivere è nel mio DNA e non posso permettermi di staccare la spina, perché la presa giusta è magari dietro l’angolo”.